Percorrendo la strada che attraversa l’abitato di Ponte Nossa, paese a circa 30 km da Bergamo, non è difficile intravedere, vicino alla confluenza del fiume Nossa con il fiume Serio, la zona dei magli, edifici destinati alla lavorazione dei metalli. Si tratta di un’attività pre-industriale che trova esempi analoghi nella bresciana Valle Camonica o in altre zone d’Italia caratterizzate dalla presenza di vene metallifere ferrose e di fiumi o torrenti con buona portata d’acqua.
Il fiume Nossa è di soli 500 metri di lunghezza, ma possiede una portata notevole e costante. Le acque oggi captate per alimentare una parte della rete idrica di Bergamo e della sua provincia costituivano un tempo la fonte di energia per il funzionamento dei magli.
Il ferro estratto nelle miniere delle vicine valli di Scalve e Bondione veniva trasportato presso il maglio fusore, per la valle Bondione quello di Gavazzo, per essere trasformato in metallo grezzo destinato a tre altri magli oggi denominati Maglio Minore o Beltrami, Maglio Grande e Maglio Maggiore, collocati poche centinaia di metri più a valle, lungo la sponda destra del fiume.
Qui, dopo essere stato arroventato nelle fucine, veniva trasformato in utensili per costruire e coltivare come chiodi, mazze, badili, zappe e vanghe, oppure giungeva direttamente sotto forma di verghe, pronte per la forgiatura. A partire dal XV secolo, periodo per il quale si ha la prima menzione scritta dell’esistenza di fucine a Ponte Nossa, ma probabilmente anche a partire dalle epoche precedenti, si era dunque progressivamente costituito un complesso sistema nel quale trovavano posto anche mulini e gualchiere per la lavorazione della lana, realtà in buona parte scomparse, ma delle quali sono giunte, fino ai giorni nostri numerose testimonianze.
L’Associazione Magli Nossa si propone di studiare e valorizzare la zona dei Magli e la sua storia con particolare attenzione alle molteplici possibilità formative e divulgative offerte dal Maglio Beltrami trasformato in museo negli anni ‘80 e già da tempo meta di visite delle scolaresche.
Elemento cardine del funzionamento dei magli è l’acqua, canalizzata e fatta cadere su grandi ruote di legno per produrre energia necessaria al sollevamento del grande martello, il maglio propriamente detto, collocato all’interno dell’edificio e utilizzato per la creazione degli oggetti più grandi, precedentemente arroventati. Inoltre le acque venivano usate per mantenere i legnami bagnati per garantirne la conservazione oppure fatte precipitare nella TROMBA IDROEOLICA onde ottenere l’aria necessaria per alimentare i fuochi delle fucine.
Gli oggetti più piccoli venivano lavorati direttamente dai mastri forgiatori o Maèr in grado di produrre quotidianamente grandi quantità di utensili per contadini, minatori, muratori di eccellente qualità. I manufatti venivano poi “temprati” immergendoli nella stessa acqua che aveva contribuito alla loro fattura ed erano immediatamente pronti all’uso.
Sorge lungo la Val Dossana, sul fiume Nossa, omonimo del paese, di soli 500 m di lunghezza, affluente del Serio. Il fiume Nossa ha una portata che va dai 900 ai 20.000 l/s, su un bacino di 40 kmq, come testimoniano le ricerche condotte da Ferreiro e Zambelli per conto dell’azienda municipale Acquedotti Civici nel 1971 e confermate in seguito anche da altri geologi. Le acque, oggi captate per alimentare una parte della rete idrica di Bergamo e della sua provincia, costituivano un tempo la fonte di energia indispensabile per il funzionamento dei magli. Non si conosce la data d’inizio di tale attività. La prima fonte scritta esistente, riguardante i magli, non risale oltre il 1512, ma è certo che la lavorazione dei metalli nell’area di Ponte Nossa ha radici molto più profonde; il “regesto Guerinoniano” menzionerebbe un atto di vendita risalente al 1446, identificabile con “il maglio maggiore” che però è stato costruito nel XVIII sec. e quindi riguarderebbe uno dei due magli a nord del ponte.
Si può affermare quindi con notevole certezza che i magli, di cui la prima documentazione risale all’anno 1000, hanno cominciato probabilmente a battere in questa valle dal XII-XIII sec. Tutta la valle ha una forte valenza proto-industriale: la proto-industria siderurgica lavorava per lo più su ghisa prodotta in val di Scalve ma proveniente anche dalle miniere di Lizzola e Valbondione.
Il minerale, estratto dalle miniere delle vicine valli, subiva una prima lavorazione nei forni fusori di Gavazzo frazione di Valbondione, dove era trasformato in ghisa; dalla ghisa, in altri forni fusori, come quello sempre nella valle Dossana, situato più a monte, si passava all’acciaio che, a sua volta, era ridotto in lingotti e verghe pronti per la forgiatura e destinati ai tre magli oggi denominati Maglio minore, Maglio grande e Maglio maggiore. Il materiale grezzo arroventato nelle fucine veniva convertito in chiodi per lo più di cavallo, nel XVI sec; se ne producevano, anche “5000 pesi” (40 t) e poi in utensili per l’edilizia e l’agricoltura come badili, vanghe, zappe, ecc. Il maglio grande verrà abbandonato all’inizio del XX sec. Il maglio minore gestito dal sig. Beltrami fu tenuto in funzione fino al 1964; lasciato andare in rovina, nel 1984 verrà trasformato, dall’allora Amm.ne Comunale in museo; il maglio maggiore condotto dal sig. Valoti rimarrà in funzione fino al 1984 e poi verrà a sua volta abbandonato. Nell’arco dei secoli, la valle Dossana fu sede non solo di magli, ma anche di mulini (fino a sette), gualchiere, forni fusori, “di un edificio con una ruota, dove si pestava la rusca di pighera per li curami (cuoio) e un’altra per “confettori di pelli” e nell’ultimo secolo anche di una segheria e di una centrale elettrica. Lungo questo fiume si lavoravano anche il rame, il bronzo e lo zinco estratto dalle miniere della zona.
In questo luogo hanno lasciato segni del loro passaggio i Rezii, i Celti, i Golasecchiani, gli Etruschi, i Romani.
Visita guidata
- Illustrazione della situazione ambientale
- Riferimenti storici
- Descrizione delle singole parti della struttura
- Spiegazione delle singole parti del maglio
- Battitura di semplice pezzo di ferro al maglio
- Forgiatura di una chiodo
- Illustrazione dei passaggi per la costruzione degli attrezzi da lavoro nei campi
Usi di modellini di legno per una migliore comprensione del funzionamento delle macchine e delle loro parti.
Altre opportunità nelle vicinanze: visita alle sorgenti del fiume Nossa e alle vasche per l’ittiocoltura.
- gruppo ideale 20/25 alunni
- durata della visita 1h e 30m
In auto da Bergamo seguire le indicazioni Clusone-Val Seriana; Ponte Nossa si trova a 27 Km da Bergamo.
È possibile parcheggiare nei pressi del municipio.
Con i mezzi pubblici utilizzare gli autobus di linea SAB per Clusone. Seguire le indicazioni Maglio Museo.
Per gruppi che giungono in autobus, consigliamo la sosta del mezzo sul piazzale antistante l’ex cotonificio GE.TE.CA. Si raggiunge transitando il ponte immediatamente a monte dell’Ufficio Turistico a destra per chi giunge da Bergamo.
Una volta scesi è possibile attraversare a piedi l’antico ponte di S. Bernardino e raggiungere il museo poco distante.
Per i gruppi è possibile abbinare la visita al museo con la visita all’azienda agricola Ariete di Gorno che dispone di spazi per i pranzi al sacco (tel. 035-261563 cell. 3473240391)